Non mi era mai capitato. Non avevo mai sperimentato personalmente la morte su facebook. Immagino ci si debba abituare.

La cosa mi è parsa grottesca. Ma ognuno ha la sua reazione di fronte alla fine, e non mi sogno di criticare nessuno. Voglio solo dire due parole.

Il profilo di una persona molto attiva su fb scomparsa all’improvviso è rimasto in piedi. Anzi, due profili. Paradossalmente, il primo gli era stato tolto quando era in vita, ricordo che se ne lamentava. Gli è stato ripristinato ora, che non serve più. “sempre sul pezzo” i ragazzi di fb.

La bacheca è rimasta lì. Ad accogliere i messaggi di amici, conoscenti o visitatori, nel suo caso anche clienti, sbigottiti, addolorati, sconvolti, cupi, comprensivi. Ci sono persino dei “mi piace” sotto le frasi ritenute più toccanti.

C’è un pellegrinaggio virtuale, che ricalca la deposizione tipica di fiori sulle curve delle strade, o i biglietti nei luoghi delle tragedie. Di per sé, quindi, niente di strano.

Eppure, per come è conformato, il profilo di fb finisce per essere una sorta di appendice indistruttibile. Una coda di lucertola. Per questo ho usato il termine grottesco.

Facebook non è una finzione cinematografica: è una realtà filtrata e manipolata da noi stessi che a volte, drammaticamente, finisce per essere più reale della concretezza del nostro corpo nello spazio.Così, si scrive sulla bacheca di Antonello addirittura senza rendersi conto che non leggerà. Né, naturalmente, che risponderà. Niente “mi piace”. Niente. Non si riesce a realizzare appieno questo perché su fb non c’è il corpo.

E la morte, beh, riguarda proprio il corpo.

Cos’è che non esiste, allora, in questa strana dimensione? Il nostro profilo artefatto e virtuale? O la morte stessa? Che potere ha, essa, in assenza di corpo?

Nessuno. La morte non agisce su fb. Perché anche il silenzio, l’assenza di parole, può essere riempito. E comunque non è assenza tout court. Perché a nessuno viene da “eliminare” dagli amici una persona morta. Sarebbe come ucciderla di nuovo. Ucciderla davvero, su facebook. Siamo di fronte a un esorcismo supremo. Ma…

…ma se la morte non ha potere, non significa forse che non c’è la vita?
Non significa forse che tutto quello che scriviamo, inseriamo, fotografiamo, postiamo altro non è se non il ricordo di noi stessi, ancora in vita?

Una rappresentazione di come vorremmo non essere mai assenti. Il che è impossibile: lo siamo già, dato che manca proprio il corpo. Il corpo. Ch’è la vita.

Ad Antonello e ai suoi colossali sconti al ristorante. Riposi in pace

Pamarasca