I fatti. Hanno inaugurato, a Firenze, un parco poetico (le foto qui). Un tizio che scrive poesie ha proposto la cosa e siccome non era previsto che il comune dovesse sborsare dei soldi gli è stato detto sì. Un commento sulla qualità dell’operazione è qui, lo condivido appieno e non c’è molto da aggiungere. Prendo spunto però dalla vicenda per sollevare alcune questioni.

1) se fosse ancora riconosciuta un’autorevolezza critica a personaggi che la meritano questo non sarebbe potuto succedere. Un’amministrazione avrebbe detto: “esimio poeta/professore, che ne dice?”. E il poeta/professore avrebbe detto: “che siete matti? Ma andate via va, voi e queste puttanate.” Invece, ora che siamo tutti artisti – e poeti, e astronauti e, ahimé, amministratori – questo può succedere ovunque. La vostra città, ricordate, potrebbe essere la prossima.

2) Se uno ha soldi da spendere e si è messo in testa di essere un poeta lo è. Non solo, può anche costruirsi un monumento a sue spese in un luogo pubblico, obbligando la cittadinanza a leggere le sue cose e a sbucciarsi le ginocchia contro la pietra delle sue simil-lapidi. Come se lo spazio comune fosse la sua bacheca di facebook. Questo accade perché, soprattutto, le amministrazioni se ne fregano della cultura e stanno solo lì  a contare i soldi. Attendiamo che si facciano furbe e propongano ettari di piazze a facoltosi cittadini che vogliono il proprio ritratto scolpito il sella ad un destriero.

3) se c’è un modo per allontanare le persone dalla poesia, è costringerle a leggere certe cose, su certi supporti, mentre passeggiano tranquillamente.

4) Dallo spazio virtuale in cui ognuno, nel suo angolino, può credersi Dante Alighieri e scrivere le sue poesie che poi qualcuno, tanti o nessuno leggerà, senza che ce ne accorgessimo siamo passati allo spazio reale, dove queste poesie vanno a spezzare le corse dei bambini (reali, pochi ma reali).

5) Qualcuno – chi? – ha deciso che le opere di writers più o meno famosi sono legalmente perseguibili, da cancellare o immondezza e queste cose qui sono invece da inaugurare in pompa magna. Con quale autorità critica? Nomi, cognomi e curriculum, per favore.

Pamarasca