Che volete? Ma che volete, voi che siete del tutto esagerati?
Il migliore di voi paga in nero i dipendenti. Il peggiore è al governo.
Avreste potuto rubare miliardi agendo come topolini nascosti tra i mobili di una cucina. Avreste potuto farlo per l’eternità, in un paese dove i ladri non sono disprezzati.
Ma no, voi esagerati, privi di un qualunque limite: morale, etico, fisico, psichico. Dovevate rubare tutto, come elefanti convinti di non lasciare crepe. Il capo della banca più grande; il capo della Protezione Civile; il capo dell’industria più grande; il capo del Governo. Conservate soldi e li rubate; edificate case e si sgretolano con la gente dentro; ricattate operai senza levarvi il ghigno dalla bocca; promettete stelle e relegate in stalle generazioni di italiani.

Siete ingrati, ignobili, e fate persino pena, perché non avete coscienza di un futuro, dovete avere per voi tutto subito, ve ne fregate persino dei vostri figli, dei vostri nipoti, che vivranno un mondo sempre più cattivo a causa vostra. Siete ciechi, siete cattivi, rognosi, dovreste essere cacciati lontano dalle case, dalla gente.

E ora, che volete? Ma che volete che a nessuno venga in mente di spaccare le vetrine delle vostre banche, di sputarvi, di arrabbiarsi per davvero? Ma della vostra stessa violenza vi siete mai resi conto?
Probabilmente no, perché la cosa più aberrante è che voi non sapete di fare del male, non vi rendete conto di essere dei pervertiti, di incarnare il peggio del potere. Siete convinti della vostra bellezza, della vostra linea, della vostra intelligenza, della giustezza di quel che dite e fate.  Siete dei mostri, e non dovreste osar parlare di violenza, voi che affogate le persone moralmente, intellettualmente e fisicamente tutti i giorni, le ore, i minuti.

Ringraziate il vostro dio che a nessun risparmiatore truffato venga in mente di pestarvi, che a nessun cassa integrato passi per la mente di venire a casa vostra a farvela vedere, che a nessuna madre di terremotato salga tanto la rabbia da venirvi a cercare. Ringraziate il vostro dio che ancora qui c’è gente che considera la civiltà un valore e non vuole, non vuole diventare barbara sebbene sia tentata, sebbene la tentiate sempre più.

Pamarasca