A giugno 2023 è uscito il mio terzo romanzo, per collana Visionari della casa editrice Milieu. Con un finale diverso e una serie di refusi, lo feci leggere ad alcuni amici, tra cui Massimo Recalcati, che ha scritto queste righe per la quarta di copertina: “La scrittura di Marasca è come un taglio. Senza ornamento, pura, dura come un minerale. La vita è riportata ai suoi elementi primi: la solitudine, la caduta, la sconfitta come la resistenza, la prossimità, la gioia senza speranza.”
Racconto di amicizia e di perdita della parola. La storia da cui parto è vera, come sempre. Poi, diventa magica. Qui trovate un estratto.
Nelle ultime due pagine del volume, ho inserito i ringraziamenti, che riporto qui di seguito. Ringrazio anche le tantissime persone che sono venute alla presentazione di Milano (a mosso, spazio eccezionale, con Giulia Cavaliere) e di Ancona (al Lazzabaretto, con Roberta Furlani).
Il racconto nasce da una storia vera. Devo quindi ringraziare anzitutto le persone che fanno parte della storia vera, ma non hanno trovato posto nel racconto: Antonella e Mattia, naturalmente. Poi Giulia, Massimo, Paolo e Paolo. Mia moglie Monica ha avuto amore e pazienza. Elena e Maria Laura parole buone e acute. Mia sorella Lorenza ha fatto spesso per due. Francesco la ha aiutata. Aldo ha letto la prima versione del racconto e mi ha spro-
nato a modo suo. Massimo lo ha messo avanti a molti impegni e trattato con affetto. Su suggerimento di Sabrina, ho chiesto a Roberto di illustrare la copertina. Ho avuto così l’onore di un suo disegno, e il piacere di conoscere un artista eccezionale. Eleonora, dopo aver letto la prima versione, mi ha chiesto preoccupata se Pino fosse d’accordo. Massimo è stato pronto ad aiutarmi.
Con Marco ci siamo scambiati (come sempre) reciprocamente i manoscritti. Ha letto, chiosato e criticato con la solita cura, che si deve alla passione per la scrittura, ma soprattutto all’amicizia che ci lega da innumerevoli anni. Alberto c’è sempre quando si tratta di raddrizzare le mie storie.
Quando ho detto a Pino che stavo scrivendo qualche cosa su di lui, ha accolto la notizia con entusiasmo. Lo ringrazio di questo, perché altrimenti il racconto che avete in mano non sarebbe mai esistito.
Infine, a mia madre Oliva e a mio padre Carlo devo un’educazione che oggi mi permette di concepire l’amicizia come sommo grado di amore: è raro persino nel XXI secolo incontrare genitori che non utilizzino il sangue come movente di amore, non li ringrazierò mai abbastanza per questo insegnamento.