Ieri sera, durante la pausa del toccante concerto di Angus & Julia Stone (i due niente male che vedete nella foto), il superiore di un ragazzo che stava lavorando lo ha ripreso platealmente, mettendo in piedi una ramanzina di almeno dieci minuti, gridata e condita da sonore bestemmie, tanto da costringere l’intera platea a voltarsi per vedere cosa stesse succedendo.

Sabato l’ad della Thyssen Krupp, condannato a 16 anni per la morte dei 7 operai arsi nella sua fabbrica fatiscente, è stato applaudito dai membri della confindustria. La Marcegaglia ha detto che non esiste altro paese in Europa dove si condanni per omicidio colposo un industriale negligente. Non lo ha detto però con il tono di fierezza che, ad esempio, avrei adottato io.

Il concerto in questione era toccante, lieve e bello. Piccole luci come stelle sopra la band. Voce strepitosa e schizofrenica lei, di vetro quella di lui, svagato quanto necessario. Seguendo le loro strofe sussurrate, non potevo non ripensare alla volgarità di quel “capo”, alla bestemmia urlata davanti a 200 spettatori, alla bocca chiusa del giovane subalterno che, per non si sa quale diritto, doveva subire quella umiliazione.

D’un tratto, nella fila davanti alla mia, un tizio sui 50 anni ha lanciato un aeroplanino di carta.

C’è un collegamento tra ogni cosa.

Siamo sommersi ad ogni angolo di strada dalla protervia di chi sta un gradino sopra, di solito per puro caso. Siamo travolti dalla volgarità. Dall’arroganza. Dal potere divenuto sempre più requisito necessario alla sopravvivenza. Soprattutto, non si danno più opinioni: solo giudizi.
Ci opponiamo come si riesce.

Qualcuno dall’Australia arriva con canzoni d’amore, tenerezza, inchini dolci e palmi aperti delle mani.
Qualcuno (io stesso, anche) non si è alzato per dire al tizio sbraitante e bestemmiante qualche cosa. Anche solo “peace and love”. Ed è rimasto con questo groppo in gola.

Qualche coglione, infine, fa finta di niente e lancia aeroplanini.

Se la gente brucia viva in fabbriche governate da delinquenti, è perché ovunque si diffonde la regola di urlare, comandare, umiliare, fregarsene del resto del mondo perché il centro del mondo siamo noi. Apprezzare la prepotenza. Ammirare la superbia.

Usciranno comunque presto manuali per fabbricare aeroplanini sempre più sofisticati. Quel che ci serve è solo ancora un po’ di distrazione. Ma poca, ormai.

Pamarasca