Ci sono bloggers, molto più letti di me, che ricevono a casa oggetti d’uso quotidiano. Elettrodomestici. Rasoi. Telefoni. Possono non parlarne. Possono parlarne obiettivamente. Possono diventarne testimonial. Tra l’altro, questo è un problema nel mondo dell’advertising. Mica è facile capire.

Se fossi un blogger molto più letto di me, anzi, se fossi un blogger, vorrei essere testimonial di questa cosa qua:

Da alcuni anni la Fondazione Teatro delle Muse di Ancona lavora all’interno della casa circondariale di Montacuto per portare ai detenuti l’opera lirica. Ogni anno, con un gruppo di detenuti, provenienti dalle varie sezioni del carcere, si ascolta l’opera, si riscrivono le scene e si prova a recitare una versione originale (qualcuno se la sente anche di intonare qualche motivetto)…Lo spettacolo purtroppo può essere messo in scena solo in carcere e quindi quest’anno si è deciso di scrivere un blog per dare un pò di voce all’esperienza che tutti, regista e “attori”, stanno vivendo.

Me la ha suggerita un’amica. C’è una ragazza, si chiama Simona, ha 32 anni, che si aggira nel carcere di Montacuto gestendo questa cosa della lirica tra i detenuti. Racconta tutto qui. Con una prosa originale, efficace. Curiosa.

Una volta che c’è qualcosa di buono. Ho iniziato a perdermi nei suoi post, tra i corridoi, le celle, i cancelli, le storie abbozzate dei detenuti.

Immagino sia importante seguirlo. Oltre che bello. Perché il carcere non dovrebbe essere vendetta, o emarginazione. E farsi accompagnare lì dentro da chi ci va per costruire un’opera lirica, per far recitare i detenuti, ci permette di comprendere meglio certe cose.

Vorrei essere un testimonial di questa cosa. Chissà se mi prendono.

Pamarasca